giovedì 8 gennaio 2015

GALLINE OVAIOLE E BENESSERE ANIMALE






“Malgrado i ripetuti richiami della Commissione – spiega Arnold Elson, ex-presidente del Working Group Poultry Welfare and Management della World’s Poultry Science Association (WPSA) – l’Italia e la Grecia sono ancora inadempienti, nonostante la normativa sia entrata in vigore il 1 gennaio 2012 e, soprattutto, nonostante la decisione di vietare le gabbie non modificate sia stata assunta nell’ormai lontano 1999, lasciando agli Stati membri ben 12 anni di tempo per mettersi in regola”.
 Chi ha investito nell’adeguamento del suo allevamento non può essere penalizzato a causa di allevatori che non hanno provveduto alle modifiche.
Secondo Arnold Elson, che nella sua veste di esperto mondiale di benessere animale parteciperà alla prima edizione dell’International Poultry Forum in programma a CremonaFiere il 24 ottobre prossimo, “è necessario che tutti gli Stati membri ottemperino a quanto previsto dalla Direttiva sul benessere animale delle galline ovaiole per evitare che chi ha investito con le modifiche previste si trovi a vivere una situazione economica svantaggiosa, causata dall’insorgere di episodi di concorrenza sleale o da distorsioni di mercato”.
 Le gabbie modificate devono garantire alle galline la possibilità di fare il nido, appollaiarsi e razzolare. Lo spazio disponibile per ogni animale non può essere inferiore a 750 cm2.
Dal 1 gennaio 2012 quindi, data di entrata in vigore della Direttiva comunitaria, tutte le galline ovaiole devono essere allevate in gabbie modificate con sufficiente spazio per razzolare, fare il nido, appollaiarsi. Ogni gabbia deve avere una superficie di almeno 750 cm2, oltre a un nido, una lettiera, dei posatoi e dei dispositivi per accorciare le unghie, permettendo agli animali di soddisfare i loro bisogni biologici e comportamentali.
 La Direttiva sul benessere delle ovaiole determinerà anche nel nostro Paese un aumento del costo di produzione kg/uova calcolato nell’ordine di 6-7 centesimi di euro.
Intanto, secondo una stima elaborata da un gruppo di lavoro della Federazione Europea della WPSA, con l’entrata in vigore della Direttiva comunitaria il costo di produzione kg/uovo subirà nel nostro Paese un aumento tra i 6 e i 7 centesimi di euro, mentre la produzione di uova, attualmente assestata in oltre 12 miliardi di uova/anno, dovrebbe conoscere una riduzione di circa 1 miliardo di unità con una ricaduta positiva sul prezzo, che sarà comunque legato alle dinamiche di mercato.

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