martedì 24 novembre 2015

ESONERO CANONE TV 75 ENNI COSA FARE


Abolizione del canone RAI per soggetti di eta' pari o superiore a 75 anni Art. 1, comma 132, legge 24 dicembre 2007, n.244.

Per avere diritto all'esenzione occorre: 

- aver compiuto 75 anni di eta’ entro il termine di pagamento del canone;
- non convivere con altri soggetti diversi dal coniuge titolari di reddito proprio;
- possedere un reddito che unitamente a quello del proprio coniuge convivente, non sia superiore complessivamente ad euro 516,46 per tredici mensilita’ (euro 6.713,98 annui).


Per reddito si intende la somma:

• del reddito imponibile (al netto degli oneri deducibili) risultante dalla dichiarazione dei redditi presentata per l’anno precedente; per coloro che sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione, si assume a riferimento il reddito indicato nel modello CUD;
• dei redditi soggetti ad imposta sostitutiva o ritenuta a titolo di imposta, quali, ad esempio, gli interessi maturati su depositi bancari, postali, BOT, CCT e altri titoli di Stato, nonché i proventi di quote di investimenti;
• delle retribuzioni corrisposte da enti o organismi internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari e missioni, nonché quelle corrisposte dalla Santa Sede, dagli enti gestiti direttamente da essa e dagli enti centrali della Chiesa cattolica;
• dei redditi di fonte estera non tassati in Italia.

Viceversa, sono esclusi dal calcolo:
1) i redditi esenti da Irpef (ad esempio pensioni di guerra, rendite INAIL, pensioni erogate ad invalidi civili);
2) il reddito dell’abitazione principale e relative pertinenze;
3) i trattamenti di fine rapporto e relative anticipazioni
4) altri redditi assoggettati a tassazione separata.

NB.: Il requisito del reddito deve essere riferito all’anno precedente a quello per il quale si intende fruire dell’agevolazione.


La domanda di esenzione per gli anni 2008-2009-2010-2011-2012-2013-2014-2015 deve essere presentata utilizzando il modulo di dichiarazione sostitutiva (ai sensi degli artt. 46 e 47 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445) che puo’ essere scaricato dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate

www.agenziaentrate.gov.it

oppure reperito presso gli uffici locali o territoriali della stessa presso gli sportelli delle sedi regionali della Rai.

La domanda deve essere spedita tramite raccomandata al seguente indirizzo:

Agenzia delle Entrate
Direzione Provinciale I di Torino
Ufficio territoriale di Torino 1
Sportello S.A.T.
Casella postale 22
10121 - Torino (To)

oppure consegnata agli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

Tutti i contribuenti interessati possono richiedere assistenza e informazioni sulle modalita’ di compilazione della dichiarazione e all’istanza di rimborso al numero 848.800.444 o presso gli uffici dell’Agenzia presenti su tutto il territorio nazionale. Inoltre e’ a disposizione dei cittadini il Call Center Risponde Rai al numero 199.123.000

Per avere diritto all’esenzione annuale per l'anno 2015 e’ necessario aver compiuto 75 anni (o un eta’ superiore) entro il 31/01/15.
Coloro che intendono fruire del beneficio per la prima volta relativamente al secondo semestre dell’anno devono aver compiuto 75 anni di eta’ entro il 31/07/15. 
Anche in questo caso l’Agenzia delle Entrate effettuera’ i dovuti controlli per verificare le condizioni di eta’ e di reddito.

La domanda di rimborso per gli anni 2008-2009-2010-2011-2012-2013-2014, nel caso in cui siano presenti i requisiti, dovra’ essere effettuata tramite l’apposito modulo che puo’ essere scaricato dal sito Internet dell'Agenzia delle Entrate

www.agenziaentrate.gov.it

oppure reperito presso gli uffici locali o territoriali della stessa Agenzia delle Entrate o presso gli sportelli delle sedi regionali della Rai, unitamente alla dichiarazione sostitutiva ai sensi degli articoli 46 e 47 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445, e successive modificazioni e integrazioni, che attesti il possesso dei requisiti e delle condizioni di ammissione.

La domanda deve essere spedita tramite raccomandata al seguente indirizzo:

Agenzia delle Entrate
Direzione Provinciale I di Torino
Ufficio territoriale di Torino 1
Sportello S.A.T.
Casella postale 22
10121 - Torino (To)

oppure consegnata agli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

Naturalmente le domande di esenzione/rimborso presentate prima del 19/9/2010 - non potendo essere redatte sul modello ufficiale reso disponibile dall'Agenzia delle Entrate a partire dal giorno successivo - in presenza dei requisiti di eta' e di reddito indicati dalla legge saranno ritenute comunque valide, fatti salvi i dovuti controlli sulle condizioni del reddito eseguiti dall’Agenzia delle Entrate. Qualora le informazioni fornite non fossero sufficienti l’Agenzia delle Entrate provvedera’ ad informare l’utente.

Nelle annualità successive, i contribuenti possono continuare a beneficiare dell’agevolazione senza procedere alla presentazione di nuove dichiarazioni. Resta fermo, tuttavia, che qualora il contribuente, negli anni successivi alla presentazione della dichiarazione, non risulti più in possesso dei requisiti per beneficiare della esenzione, sarà comunque tenuto al versamento del canone.

Da ultimo si fa presente che l’aticolo 1, comma 132, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 dispone che venga irrogata una sanzione amministrativa di “importo compreso tra euro 500 e euro 2000 per ciascuna annualita’ evasa’. Tale sanzione si cumula con il canone dovuto e gli interessi maturati. In caso di dichiarazioni mendaci si applicano le sanzioni penali previste dall’art. 76 del DPR n. 445 del 2000. 

domenica 15 novembre 2015

EQUITALIA ATTENZIONE, VENGONO INVIATE EMAIL NON NOSTRE, E' UNA TRUFFA

Continuano ad arrivare segnalazioni di e-mail truffa, con mittente fatture@gruppoequitalia.it, equitalia@sanzioni.it, servizio@equitalia.it, noreply@equitalia.it o simili, contenenti presunti avvisi di pagamento di Equitalia e che invitano a scaricare file o a utilizzare link esterni. Equitalia ha avuto conferma dal Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche), l’unità specializzata della Polizia Postale, che in questi giorni è in atto una nuova campagna di phishing, cioè di tentativi di truffa informatica architettati per entrare illecitamente in possesso di informazioni riservate. Equitalia è assolutamente estranea all’invio di questi messaggi e raccomanda nuovamente di non tenere conto della e-mail ricevuta e di eliminarla senza scaricare alcun allegato.
Di seguito alcuni indirizzi di false e-mail: fatture@gruppoequitalia.it, equitalia@sanzioni.it, servizio@equitalia.it, noreply@equitalia.it, servizio@unicredit.it, servizio_clienti@poste.it, noreply-equit@eq.it, support@update.it, equitalia@avvia.it, noreply@postecert.it, reply-equi@riscossioni1.it, equitaliat@raccomandata.it,  cifre@equitliaroma.it, assistenza@protocol.it, noreply@certificazione.it, info55@bper.it, noreply@protocol.it, noreply@legge.it, noreplay@bancoposta.it, b4g484809.283418861@gruppoequitalia.it, b4g116353.654618283@gruppoequitalia.it, equitalia@sanzioni.it, web_1@pos

Fonte Equitalia

mercoledì 11 novembre 2015

TERAMO LA PUBBLICITÀ' APPARSA IN CITTÀ' NON E' NOSTRA PROVVEDIAMO AL RICORSO ALL'ANTITRUST

I

Il tentativo di confondere le idee e avere vantaggi dell'omonimia con la nostra associazione sono del tutto evidenti. L'Antitrust valuterà la opportunità, a noi il compito oggi di prendere le distanze da una iniziativa per non far confusione . "Noi ci occupiamo da oltre un decennio dei consumatori, abbinare il nostro nome ad una pubblicità su di una argomento relativo al consumo è a dir poco di cattivo gusto etrae in inganno, dichiara Pasquale Di Ferdinando

martedì 10 novembre 2015

“Plastic Free Sea”. Quantità, danni e prevenzione dei rifiuti in mare

Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa della Lega per L'ambiente 
Goletta Verde di Legambiente presenta i risultati dell’indagine sul marine litter: monitorati 2600 km con 205 ore di osservazione tra l'estate 2014 e 2015   2597 rifiuti galleggianti avvistati, il 95% è plastica: in media 32 ogni kmq con i valori massimi nel Tirreno centrale con 51 per kmq   Su www.legambiente.it/marinelitter tutti i risultati e la mappa navigabile Su il video sull’indagine di Goletta Verde   Campionate anche le microplastiche a largo di 6 isole: ad Ischia registrati i valori massimi, ma non si salvano neanche Tremiti, Lipari, Ventotene, Asinara ed Elba  
Un mare magnum di plastica e spazzatura. È questo il destino a cui rischia di andare incontro il Mar Mediterraneo, un prezioso e delicato ecosistema messo a rischio dal marine litter: i rifiuti galleggianti, quelli adagiati su spiagge e fondali o quelli diventati tanti minuscoli e invisibili frammenti.
Dei 2597 rifiuti galleggianti monitorati da Goletta Verde di Legambiente ben il 95% è costituito da plastica, soprattutto teli (39%) e buste di plastica, intere e frammentante (17%), concentrate soprattutto nel Mar Adriatico (dove se ne contano 5 ogni kmq). Seguono cassette di polistirolo e frammenti (7%),bottiglie di plastica (6%), reti e lenze (5%), stoviglie di plastica (2%). Il restante 5% dei rifiuti marini è costituito da carta (54%), legno manufatto(21%), metalli (12%), gomma (6%), tessili (4%) e vetro (3%). In questo mare magnum di spazzatura, il mare più denso di rifiuti galleggianti è il Tirreno centrale con 51 rifiuti/kmq, seguito dal mar Adriatico meridionale con 34 eIonio con 33. Inoltre, grazie a un protocollo d'intesa tra Ispra e Legambiente, è stato condotto, nell'estate 2015, anche il primo studio preliminare sulla presenza di microplastiche negli arcipelaghi italiani: sei le isole campionate. Il picco massimo è stato registrato a largo dell’isola di Ischia, dove sono state rilevate 528 microparticelle di plastica per 1000 metri cubi di acqua.
È questo in sintesi il quadro che emerge dall’indagine realizzata da Goletta Verde di Legambiente sulla presenza dei rifiuti nei mari italiani, una ricerca durata per due estati (2014-2015) e frutto di 2.600 Km di navigazione, 120 kmq di mare monitorato, 205 ore di osservazione diretta di rifiuti e 8 transetti che hanno riguardato la presenza di microplastiche in mare.

I dati sono stati presentati oggi a Roma, presso il Museo Civico di Zoologia, nell’ambito del convegno “Plastic Free Sea” di Legambiente al quale hanno partecipato tra gli altri: Bruno Cignini, dirigente zoologo Sovraintendenza capitolina ai Beni Culturali, Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, Irene Di Girolamo, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Serena Carpentieri, Legambiente, Marco Matiddi, Ispra,Marina Cristina Fossi, Università degli studi di Siena, Andrea Giuseppe De Lucia del CNR Oristano e Francesco Degli Innocenti, Novamont.
A seguire una tavola rotonda sulle politiche e gli strumenti per la prevenzione e riduzione dei rifiuti in mare coordinata da Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, e alla quale hanno partecipato: Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente e alla tutela e del territorio del mare, Stefano Vaccari, segretario Commissione Ambiente del Senato, Riccardo Rigillo, direzione generale pesca – Ministero delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Ezio Amato, responsabile servizio emergenze ambientale in mare Ispra, Enrico Casola, consigliere Consorzio Unitario Unimar, Roberto Ferrigno policy advisor sulle politiche Ue di gestione dei rifiuti e delle risorse naturali e Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente.

“Purtroppo, la presenza dei rifiuti in mare rappresenta un fenomeno ubiquitario – dichiara Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente - È preoccupante constatare una presenza così massiccia di plastica, il rifiuto più persistente nell'ambiente ma anche quello più dannoso per l'ecosistema e la fauna marina. L'ingestione del marine litter, infatti, è stata documentata in oltre 180 specie marine. Un fenomeno che arreca a questi organismi, in particolare tartarughe e cetacei, gravi danni, spesso letali. Ma, purtroppo, il problema non è circoscritto ai soli rifiuti galleggianti ma è aggravato da tutto ciò che non è visibile. Parliamo delle tonnellate di rifiuti che giacciono sui nostri fondali ma anche delle microparticelle di plastica, risultato della frammentazione di rifiuti più grandi, la cui presenza è stata riscontrata in tutti i nostri campionamenti. Questi frammenti, una volta ingeriti dai pesci, finiscono sulle nostre tavole, contaminando di fatto l'intera catena alimentare. I dati che abbiamo raccolto a bordo di Goletta Verde confermano la gravità di un problema acclarato anche dalla comunità scientifica internazionale e per il quale bisogna adottare urgenti misure di intervento e prevenzione. Anche l’Italia faccia la sua parte e raccolga la sfida all'ambizioso e necessario obiettivo che impone la direttiva Marine Strategy ai paesi membri: raggiungere il buono stato ecologico per i nostri mari entro il 2020”.

“Ridurre l'impatto del marine litter sull'ecosistema marino e costiero non solo gioverebbe all'ambiente ma anche ai costi che questo fenomeno comporta per la collettività – dichiara Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente - 500 milioni di euro l'anno è la stima dei costi del marine litter per l'Unione Europea, considerando solo i settori del turismo e della pesca. La prevenzione e la corretta gestione dei rifiuti a monte rappresentano gli unici elementi in grado di invertire la tendenza, ma in questa partita è importante che non manchino i controlli per evitare quello che si sta verificando in Italia. Nonostante il nostro Paese sia stato un esempio virtuoso in Europa per la riduzione delle buste di plastica usa e getta approvando nel 2011 la legge che vieta l’uso di shopper non compostabili, ad oggi il 50% dei sacchetti usa e getta circolanti sono ancora illegali sebbene la norma preveda multe salate. È importante e urgente far rispettare una legge che permette di ridurre l’inquinamento da plastica, di migliorare la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti e la produzione di compost di qualità, e soprattutto di ridurre il marine litter che interessa pesantemente anche i mari italiani”.

Dati macrolitter - rifiuti galleggianti. Il monitoraggio ha applicato il protocollo scientifico di Ispra e tiene conto di tutti i rifiuti galleggianti di una dimensione maggiore di 2,5 cm. Dall’indagine di Goletta Verde risulta una densità media nazionale di 32 rifiuti/Kmq. Le zone più dense di rifiuti sono risultate quelle antistanti la costa tra Mondragone (Ce) e Acciaroli (Sa) dove sono stati contati 75 rifiuti/Kmq, tra Palermo – Sant’Agata di Militello e le Isole Eolie con 55 rifiuti al Kmq e tra Cesenatico e Ancona, dove sono stati rilevati 42 rifiuti per kmq. In generale, è emerso che il 54% dei rifiuti ha una presunta origine urbana e domestica, risultato di cattiva gestione e dell'abbandono consapevole dei singoli. Il 32% è, invece, derivante da attività produttive e industriali, come ad esempio dal settore pesca, i cui rifiuti costituiscono il 12% del totale di tutti i detriti monitorati. In particolare, la presenza più massiccia dei rifiuti provenienti dalla pesca (il 55%) è stata registrata nel Mar Adriatico, dove Goletta Verde ha incontrato il più alto numero di cassette di polistirolo, intere e frammentate, reti e lenze.

Dati microlitter e microplastiche. Per effetto di onde, correnti, irradiazioni UV e altri fattori, i rifiuti marini sono destinati a frammentarsi in milioni di microparticelle che si disperdono negli oceani. A mare, inoltre, possono finire anche rifiuti che sono già molto piccoli, spesso non visibili ad occhio nudo (come ad esempio granuli industriali di plastica vergine o le particelle presenti nei cosmetici come esfolianti, creme, dentifrici o nei vestiti, attraverso gli scarichi e quindi i fiumi). L'obiettivo dello studio di Goletta Verde, realizzato grazie al protocollo d'intesa tra Legambiente e Ispra, è stato quello di verificare la presenza delle microplastiche sulla superficie del mare, in corrispondenza di arcipelaghi, luoghi, in teoria, più lontani dall'inquinamento della terraferma. I campionamenti sono stati effettuati mediante l’uso di reti particolari a maglia ultrafine in grado di catturare particolato ed organismi nell’ordine dei micron.
Sono state campionate 6 isole (San Domino – Isole Tremiti; Isola di Lipari; Isola d’Ischia; Isola di Ventotene; Isola dell’Asinara; Isola d’Elba) e due foci, indagate come aree di confronto, quelle del Po e del Tevere. L’Isola d’Ischia con 528 micro particelle di plastica per 1000 metri cubi di acqua è l'isola dove sono state contate più microplastiche. A seguire l’Isola d’Elba (324 microplastiche/1000mqacqua), l’isola dell’Asinara (222), San Domino-Isole Tremiti (186), Isola di Lipari (102) e, infine, Ventotene con 60 microparticelle di plastica in mille metri cubi di acqua. Passando ai campionamenti alle foci dei fiumi, quella del Po ha fatto registrare 1087 microplastiche per 1000 metri cubi di acqua, contro le 366 microplastiche per 1000 metri cubi di acqua del Tevere. Entrambi i fiumi, nel periodo di campionamento attraversavano un periodo di secca, quindi i risultati sono da considerarsi come un minimo.

Benefici economici – Secondo uno studio commissionato dall'Unione Europea, la marine litter costa all’Ue ben 476,8 milioni di euro l’anno*. Questa cifra rappresenta una minima porzione dei costi reali e prende in considerazione solo i settori di turismo e pesca, dal momento che non è possibile quantificare l’impatto su tutti i settori economici. In particolare il costo il costo totale stimato per la pulizia di tutte le spiagge dell’Unione Europea pari a 411,75 milioni di Euro. Invece il costo totale dell’impatto per il settore della pesca è stimato intorno ai 61,7 milioni di euro all’anno.
Eppure se si mettessero in campo delle politiche di prevenzione ad hoc, oltre a ridurre i rifiuti in mare, si avrebbero risultati non indifferenti. Con l’adozione degli obiettivi Ue, l’adozione di un unico standard di valutazione, l’aumento del riciclaggio dei rifiuti e del packaging, la riduzione e l’eliminazione delle discariche, l’Ue che agisca sul problema come un soggetto unico, adottando gli standard dei migliori 3 Stati Membri, si avrebbe la massima riduzione del marine litter (-35,45%) e un ricavo sui costi di 168,45 milioni di euro l’anno. In particolare se si aumentasse nei comuni il riciclaggio dei rifiuti, ci sarebbe una riduzione dei rifiuti marini del 7,4% e un ricavo sui costi di 35,16 milioni di euro l’anno. L’aumento del riciclaggio del packaging (tra l’80% e il 90%) permetterebbe di diminuire il marine litter del 18,41% e il ricavo costi aumenterebbe a 87,48 milioni di euro l’anno.

LA PROCURA DI TORINO INDAGA LE AZIENDE SEGNALATE,DALLA RIVISTA TEST SUL FALSO EXTRAVERGINE DI OLIVA

La Procura di Torino a seguito della segnalazione della rivista mensile test ha avviato  delle indagine ed ha indagato i responsabili di sette aziende produttrici: 
Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.
Il Ministero delle Politiche Agricole è stato informato.
In buona sostanza 'olio di oliva veniva spacciato e venduto per olio extravergine di oliva con relativo costo maggiore. Ricordiamo che la differenza tra i due oli è la seguente : 
        Per oli di oliva si intendono gli oli ottenuti esclusivamente dalle olive, mediante un procedimento di estrazione meccanica. Sarà classificato come extravergine se corrisponderà ad un olio assolutamente perfetto, senza difetti, con un’acidità libera espressa in acido oleico non superiore a   0.8 g per 100 g; gli oli che, invece, presentano piccole imperfezioni di gusto, vengono destinati alla raffinazione e miscelati con una percentuale variabile di extra vergine diventando così olio di oliva.


BONUS GAS SOLO IL 60% DEGLI AVENTI DIRITTO LO UTILIZZANO

Uno studio recente ha messo in relazione i redditi degli Italiani con i beneficiari del bonus e risulta che un quaranta per cento non l'utilizza 
Il Bonus Gas è una riduzione sulle bollette del gas riservata alle famiglie a basso reddito e numerose. Il Bonus è stato introdotto dal Governo e reso operativo dalla delibera ARG/gas 88-09 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Hanno diritto a usufruire dell’agevolazione quei clienti domestici che utilizzano gas naturale con un contratto di fornitura diretto o con un impianto condominiale se il loro indicatore ISEE non è superiore a 7.500 euro. Nel caso di famiglie numerose (con più di 3 figli a carico), l’ISEE non deve invece superare i 20.000 euro
Per richiedere il bonus occorre compilare l'apposita modulistica e consegnarla al proprio Comune di residenza o presso altro istituto eventualmente designato dallo stesso Comune ( ad esempio i centri di assistenza fiscale CAF).
Ogni anno la richiesta deve essere rinnovata con la presentazione dell' isee
L'importo varia sulla base dell'utilizzo la zona ed il numero dei componenti il nucleo familiare

lunedì 9 novembre 2015

Abi Cresce il ricorso al Fondo di garanzia per la prima casa

Lo comunica l’ABI sottolineando che il Fondo rappresenta un fondamentale esempio di collaborazione tra banche e Istituzioni, a vantaggio delle famiglie che ancora scontano gli effetti della crisi ma aspirano ad acquistare l’abitazione principale. L’obiettivo è, infatti, continuare a favorire l’accesso al credito a nuclei in difficoltà, e soprattutto giovani coppie, con una dotazione da 600 milioni di euro che potrebbe garantire finanziamenti potenziali per 12-15 miliardi di euro. 
Il Fondo contribuisce all’ulteriore spinta del mercato dei mutui che registra una fase di grande rilancio, con un’impennata nei primi 8 mesi del 2015 dell’86,1% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno. 
Per quanto riguarda il suo funzionamento il ”Fondo di garanzia per la casa” controgarantito dallo Stato prevede il rilascio di garanzie a copertura del 50% della quota capitale dei mutui ipotecari (fino a 250.000 euro) erogati per l’acquisto, o la ristrutturazione per l’accrescimento dell’efficienza energetica, degli immobili adibiti a prima casa, con priorità di accesso per le giovani coppie o ai nuclei famigliari monogenitoriali con figli minori, nonché di giovani con contratti di lavoro atipico con età inferiore a 35 anni. 
Relativamente ai requisiti per accedere al Fondo, va ricordato che la garanzia può essere richiesta da coloro che, alla data di presentazione della domanda di mutuo, non risultino proprietari di altri immobili ad uso abitativo, salvo quelli di cui abbiano acquistato la proprietà per successione e che siano in uso a titolo gratuito a genitori o fratelli. Il modulo di domanda consente la richiesta di accesso per un massimo di due beneficiari; in caso di altri richiedenti potranno essere compilati ulteriori moduli di domanda, da inoltrare allegando i relativi documenti di identità. 
Ad ora hanno aderito al Fondo 142 banche (rappresentando più del 70% in termini di sportelli bancari). La lista è consultabile presso il sito del Gestore Consap www.consap.it
Fonte Abi

AGENZIA DELLE ENTRATE DA OGGI NELLE VISURE LE SUPERFICI CATASTALI

Per 57 milioni di immobili la superficie entra in visura Niente più calcoli, nero su bianco anche i metri quadrati ai fini TARI Da oggi l’Agenzia delle Entrate rende disponibile la superficie catastale nelle visure delle unità immobiliari censite nelle categorie dei Gruppi A, B e C. Una novità che semplifica la vita ai proprietari di 57 milioni di immobili, mettendo a loro disposizione un dato finora visibile solo nelle applicazioni degli uffici. Arriva direttamente in visura anche la superficie ai fini TARI, per consentire ai cittadini di verificare con facilità i dati utilizzati dai Comuni ai fini del controllo della tassa rifiuti. Visure catastali, la superficie è “di casa” - Oltre ai dati identificativi dell’immobile (Comune, sezione urbana, foglio, particella, subalterno), e ai dati di classamento (zona censuaria, categoria catastale, classe, consistenza, rendita), da oggi sarà riportata direttamente in visura anche la superficie catastale, calcolata come stabilito dal Dpr n. 138/1998. Per gli stessi immobili sarà, inoltre, riportata la superficie ai fini TARI che, per le sole destinazioni abitative, non tiene conto di balconi, terrazzi e altre aree scoperte di pertinenza. Metri quadrati TARI, a ciascuno il suo dato - Le visure si arricchiscono di un’altra informazione importante per i cittadini: la superficie ai fini TARI. Ciascun proprietario avrà così a portata di mano anche questa informazione, fornita dall’Agenzia delle Entrate ai Comuni grazie ai flussi di interscambio dati già attivi. In caso di incoerenza tra la planimetria conservata agli atti del catasto e la superficie calcolata, i cittadini interessati potranno inviare le proprie osservazioni, attraverso il sito dell’Agenzia, e contribuire quindi a migliorare la qualità delle banche dati. Già dal 2013 i Comuni possono segnalare errori di superficie riscontrati su immobili presenti nella banca dati catastale. Dalla sperimentazione alle ulteriori opportunità di allineamento delle banche dati - La novità, che arriva al termine di un periodo di sperimentazione che ha coinvolto gli Uffici Provinciali-Territorio di Brindisi, Foggia e Ravenna, non si applica, per il momento, a un limitato numero di immobili che presentano un dato di superficie “incoerente”, in attesa delle opportune verifiche nell’ambito delle attività di allineamento delle banche dati. Quanto agli immobili non dotati di planimetria, che risalgono per lo più alla fase dell’impianto del Catasto edilizio urbano e che sono, per tale motivo, privi anche del dato relativo alla superficie, i proprietari possono presentare una dichiarazione di aggiornamento catastale, con procedura Docfa, per l’inserimento in atti della planimetria catastale. Tale adempimento è, comunque, necessario, in quanto, in caso di vendita dell’immobile, il proprietario è tenuto ad attestare “la conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie”, come previsto dall’art. 19, comma 14, del decreto legge n. 78 del 2010.
Fonte Agenzia delle Entrate

CANONE RAI ENTRO IL 31 DICEMBRE LE DISDETTE PUBBLICHIAMO LE PROCEDURE ED I MODULI




La disdetta del canone tv, si realizza esclusivamente al verificarsi dei seguenti eventi (ai sensi dell' art. 10 R.D.L. 21.2.1938 n. 246):
  • per cessione di tutti gli apparecchi tv detenuti
  • per alienazione (ad es. rottamazione, furto o incendio) di tutti gli apparecchi tv detenuti

    La disdetta del canone tv, a seguito dei casi sopra descritti, denunciata entro il 31 dicembre dispensa dal pagamento dal 1 gennaio dell’anno successivo.
    La disdetta del canone tv denunciata entro il 30 giugno dispensa dal pagamento dal primo luglio. Qualora il contribuente abbia gia’ corrisposto l’intera annualita’ non e’ previsto per legge chiedere il rimborso.
    Poiche’ il pagamento trimestrale costituisce una rata del canone semestrale non e’ possibile dare disdetta del canone tv senza aver corrisposto almeno l’importo per il semestre.

  • Per suggellamento di tutti gli apparecchi tv detenuti.

  • Il suggellamento consiste nel rendere inutilizzabili, generalmente mediante chiusura in appositi involucri, tutti gli apparecchi detenuti dal titolare del canone tv e dagli appartenenti al suo nucleo familiare presso qualsiasi luogo di loro residenza o dimora.
    La disdetta con richiesta di suggellamento degli apparecchi, se presentata entro il 31 dicembre, dispensa dal pagamento dal primo gennaio dell’anno successivo.
    Contemporaneamente all’invio della disdetta i contribuenti devono versare a:

    Ag. delle Entrate
    DP I Uff. Terr. To 1
    Casella Postale 22
    10121 – Torino
    Vaglia e Risparmi

    indicando nella causale il numero del Canone TV, l’importo di € 5,16 per ogni apparecchio da suggellare.


    Per rendere efficace la disdetta del canone tv, a qualsiasi titolo richiesta (per cessione, alienazione o suggellamento), il contribuente dovrà restituire la dichiarazione presente nel modulo sottostante debitamente compilata e firmata, barrando una delle opzioni indicate.
    Tale modulo dovrà essere compilato e spedito tramite raccomandata con ricevuta di ritorno al seguente indirizzo:

    Agenzia delle Entrate S.A.T.
    Sportello Abbonamenti TV
    Ufficio Torino 1
    c.p. 22 – 10121 Torino

    Non appena lo Sportello Abbonamenti Tv - S.A.T. riceverà la dichiarazione di specie, valutata la completezza dei dati forniti, provvederà a definire la pratica di disdetta.

    Qualora il contribuente non fornisca le precisazioni indicate nel modello non sarà possibile aderire all'istanza e il canone alla televisione resterà a tutti gli effetti in vigore. 


    Il link delodulo

    http://www.abbonamenti.rai.it/ordinari/ilCanoneOrdinari.aspx#DisdAbb


    fONTE rai

    domenica 8 novembre 2015

    COME DIVENTARE LETTORI FISSI o FOLLOWERS del Blog


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    Etichetta: Governo dà via libera a delega per reintroduzione obbligo indicazione dello stabilimento.


      Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di disegno di legge di delegazione europea che all'art.4 contiene la delega per la reintroduzione nel nostro ordinamento dell'indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari e per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura.

    L'obbligo di indicazione della sede dello stabilimento riguarderà gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. Allo stesso tempo partirà a breve la notifica della norma alle autorità europee per la preventiva autorizzazione. L'Italia insisterà sulla legittimità dell'intervento in applicazione di quanto previsto dall'articolo 38 del regolamento n. 1169/2011, motivandola in particolare con ragioni di più efficace tutela della salute dei consumatori.

    "Quello di oggi - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - è un passo importante che conferma la volontà del Governo di dare indicazioni chiare e trasparenti al consumatore sullo stabilimento di produzione degli alimenti. Diamo una risposta anche alle tantissime aziende che hanno chiesto questa norma e hanno continuato in questi mesi a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle loro etichette. Non ci fermiamo qui, porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perché l'etichettatura sia sempre più completa, a partire dall'indicazione dell'origine degli alimenti. Per noi si tratta di un punto cruciale, perché la valorizzazione della distintività del modello agroalimentare italiano passa anche da qui. Lo scorso anno per la prima volta il Governo ha chiamato i cittadini a esprimersi ufficialmente su questa materia, attraverso una consultazione pubblica online. Il 90% dei 26 mila italiani che hanno risposto ha detto che vuole leggere la provenienza chiaramente indicata sui prodotti che consuma".

    Il CdM ha anche approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante disposizioni sanzionatorie per la violazione del regolamento (UE) n. 29/2012 della commissione, del 13 gennaio 2012, relativo alle norme di commercializzazione dell'olio d'oliva e del regolamento (CEE) n. 2568/91 relativo alle caratteristiche degli oli d'oliva e degli oli di sansa d'oliva, nonché ai metodi ad essi attinenti. Nello specifico con l'intervento, che si affianca a quello già realizzato con la legge 9 del 14 gennaio 2013, sono state inserite le sanzioni riguardanti l'indicazione obbligatoria  dell'origine, nonché quelle relative alla leggibilità delle informazioni in etichetta (origine e denominazione di vendita). 



    Fonte MIPAAF

    sabato 7 novembre 2015

    MERENDINE PER CELIACI CUORICINI DI SICILIA RITIRATO UN LOTTO PER PRESENZA DI MUFFE

    Le merendine richiamate sono i “Cuoricini di Sicilia”,con farcitura agli agrumi senza glutine né lattosio della marca Aglutèn prodotti da Nuova Ali srl il lotto è il numero 5238 28423 con scadenza il 31/05/2016

    Ministero della Salute Linee di indirizzo per la Comunicazione Commerciale relativa ai prodotti alimentari e alle bevande, a tutela dei bambini e della loro corretta alimentazione


    Pubblichiamo il link del documento è d'interesse per la tutela dei più piccoli. invitando alla lettura a chi ha interesse alla salute e ad una  crescita armonica 
    I firmatari delle presenti linee di indirizzo riconoscono che l‟obesità e le malattie non trasmissibili sono problemi sociali complessi e sono consapevoli di avere un ruolo da giocare nella loro soluzione. Essi inoltre condividono, con le più autorevoli Istituzioni internazionali, la convinzione che la strategia più efficace di contrasto a tali fenomeni risieda nell‟adozione di un approccio integrato e multifattoriale, nel quale la promozione dell‟attività fisica svolge un compito essenziale: non esistono infatti cibi buoni o cattivi, ma solo stili di vita salutari  http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2427_allegato.pdf

    Fonte Ministero della Salute

    GARANTE PRIVACY DIRITTO ALL'OBLIO 50 PRONUNCIATEMI DOPO LA SENTENZA DI GOOGLE SPAIN

    Sono  circa cinquanta i ricorsi definiti dal Garante privacy relativi a persone comuni, figure pubbliche locali, professionisti che si sono rivolti all'Autorità dopo il mancato accoglimento delle richieste di deindicizzazione da parte di Google. Un'altra decina di ricorsi  sono in via di definizione.
    E' il bilancio dell'attività del Garante a quasi un anno e mezzo dalla cosiddetta sentenza "Google Spain" (C-131/12 ) della Corte di Giustizia dell'Unione Europea sul diritto all'oblio, che ha imposto a  Google di dare un riscontro alle richieste di rimozione, dai risultati della ricerca, dei link alle pagine web che contengono il nominativo del richiedente. Di fronte al diniego di Google, gli utenti italiani possono rivolgersi in "appello" al Garante per la privacy o all'autorità giudiziaria. Una opportunità, quella del ricorso al Garante, sfruttata finora solo da un esiguo numero di persone a fronte delle migliaia di istanze rigettate dalla società di  Mountain View.
    In circa un terzo dei casi definiti, il Garante ha accolto le richieste degli interessati ordinando a Google la  rimozione dei link a pagine presenti sul web che riportavano dati personali ritenuti non più di interesse pubblico, informazioni spesso eccedenti, riferite anche a persone estranee alla vicenda giudiziaria narrata, o lesive della sfera privata. In tutti gli altri casi, invece, l'Autorità ha respinto le richieste ritenendo che la posizione di Google fosse corretta, risultando prevalente l'interesse pubblico ad accedere alle informazioni tramite motori di ricerca. Si trattava, infatti, in prevalenza, di vicende processuali di sicuro interesse pubblico, anche a livello locale, spesso recenti o per le quali non erano ancora stati esperiti tutti i gradi di giudizio. I dati personali riportati, tra l'altro, risultavano trattati nel rispetto del principio di essenzialità dell'informazione.

    GARANTE DELLA PRIVACY MOROSI INTENZIONALI NELLA TELEFONIA SI ALLA BANCA DATI

    Sì del Garante privacy alla banca dati delle morosità telefoniche intenzionali, quei mancati pagamenti non dovuti a difficoltà momentanee o a dimenticanze, ma ad una precisa volontà dell'utente. Si avvia così la costituzione del "Sistema informativo sulle morosità intenzionali nel settore della telefonia" (S.I.Mo.I.Tel.) che censirà persone fisiche e giuridiche, enti, associazioni, titolari di ditte individuali e liberi professionisti non in regola, in particolare, con i pagamenti delle bollette telefoniche relative ai pacchetti  comprensivi di abbonamento e fornitura di smartphone o tablet. Nel sistema non saranno però inseriti gli utenti con morosità dovute a ritardi occasionali.
    La banca dati  sarà consultabile dagli operatori prima dell'attivazione di un nuovo contratto. Obiettivo del provvedimento è quello di contrastare il fenomeno del cosiddetto "turismo telefonico": gli utenti che passano da un operatore all'altro lasciando dietro di sé bollette insolute, avendo però nel frattempo acquisito la disponibilità di un dispositivo spesso di significativo valore economico. Lo scambio di informazioni sulle morosità intenzionali può quindi risultare utile per valutare e contenere condotte che nel lungo periodo inciderebbero non solo sugli operatori, ma anche sugli utenti in regola con i pagamenti, i quali potrebbero essere costretti a sopportare costi altrimenti non dovuti.
    Nel Sistema - che sarà gestito da un soggetto che verrà individuato dagli operatori telefonici - potranno essere trattate solo informazioni riguardanti i mancati pagamenti del cliente. Non potranno essere trattati dati sensibili o giudiziari. Le informazioni sulle morosità potranno essere inserite nel Sistema solo al contemporaneo verificarsi di precise condizioni: risoluzione del contratto da non meno di tre mesi; morosità superiore a 150 euro per singolo operatore; fatture non pagate nei primi sei mesi successivi alla stipula del contratto; assenza di altri contratti in regola con lo stesso operatore.
    Prima di essere inserito nel sistema il cliente dovrà essere avvertito dall'operatore telefonico dell'imminente iscrizione. Le informazioni sui pagamenti non regolarizzati saranno conservate per 36 mesi e poi verranno cancellate automaticamente. I dati raccolti non potranno essere usati per altre finalità (ricerche di mercato, pubblicità, marketing). In applicazione dell'istituto del bilanciamento di interessi, previsto dal Codice privacy, l'Autorità ha ritenuto che il trattamento dei dati contenuti nel S.I.Mo.I.Tel. possa essere effettuato dal gestore  del Sistema  e dagli operatori telefonici, anche senza consenso degli interessati. Al momento della stipula del contratto gli utenti dovranno però essere informati, in modo chiaro e preciso, dell'eventuale trattamento dei propri dati anche nell'ambito del Sistema.
    Il provvedimento del Garante [doc. web n. 4349760], in corso di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, tiene conto delle osservazioni emerse dalla consultazione pubblica e dagli incontri avuti con le parti coinvolte: associazioni di consumatori, operatori telefonici e Asstel, promotrice  dell'iniziativa.

    venerdì 6 novembre 2015

    ALLERTA ALIMENTARE RITIRO PRODOTTI SETTIMANA 44

    La presenza del Mercurio nel Pesce spada (Xiphias gladius) caratterizza questa settimana di allerta e relativi ritiri.
    Allerta alimentare dei prodotti distribuiti in Italia: Pesce spada con Mercurio due lotti di pesce spada fresco (Xiphias gladius) dalla Spagna;Filetti di Tonno pinna gialla (Thunnus albacares) con presenza di Istaminas enza pelle e congelati dalla Spagna Bovini provenienti dalla Polonia con presenza di tossina Shiga in mezzene, Pesce spada con Mercurio congelato (Xiphias gladius) dal Portogallo,  Pesce spada con Mercurio in lombi (Xiphias gladius) dalla Spagna.



    Nella settimana n°44 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 67 (20 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
    L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende sei casi: mercurio in due lotti di pesce spada fresco (Xiphias gladius) dalla Spagna; istamina in filetti di tonno pinna gialla (Thunnus albacares), senza pelle e congelati dalla Spagna; presenza di tossina di Shiga, prodotta dal gruppo Escherichia coli, in mezzene di bovini provenienti dalla Polonia; mercurio in pesce spada congelato (Xiphias gladius) dal Portogallo, attraverso la Spagna; mercurio in lombi surgelati di pesce spada (Xiphias gladius) dalla Spagna.

    ENEL ENERGIA I PREMI SCONTI IN BOLLETTA .VANNO RISCOSSI ENTRO IL 30 NOVEMBRE


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    Ai clienti Enel Energia vengono attribuiti punti per consumi  e servizi. Fino al 31 ottobre 2015 è data la possibilità di acquisizione dei punti sino al 30 novembre per il loro utilizzo. Dopo tale data i punti non sono più utilizzabilinelP

    I punti possono essere utilizzati per avere sconti in bolletta da 10 a 100 euro , e data anche la possibilità di scelta su un catalogo con 90 premi, in genere con aggiunta di denaro, o la possibilità di utilizzarli per sostenere iniziative sociali di Enel Cuore o le iniziative di Treedom per la riforestazione del Pianeta.

    Per ottenere la conversione è possibile recarsi in una struttura dell'Enel Energia o semplicemente chiamando il numero verde 800900860 poi tasto 4 oppure tramite internet al link 
    https://catalogoenelpremia.jakala.it/rts/solutions/enel/light/lightLoginRedemption.jsp