mercoledì 30 novembre 2016

TERAMO : MULTE SU QUESTO RETTIFILO


Decine di automobilisti si sono rivolti all'associazione Robin Hood per segnalare  le sanzioni elevate con autovelox dalla Polizia Municipale di Teramo in questo tratto di strada. Diverse le argomentazioni portate avanti dagli automobilisti, la circostanza che dopo il rettifilo di Piano D'Accio (direzione Giulianova) esiste una discesa e senza toccare l'acceleratore, l'auto supera per qualche decina di metri il limite, un fatto fisico, è infatto necessario frenare altrimenti per mantenere la velocità nel limite. L'assenza di incroci pericolosi, di abitazioni, la circostanza di essere in presenza di una strada dritta e larga.Altra questione quella della proprietà della strada e delle autorizzazioni, qualcuno ha riferito all'associazione che alla Polizia Municipale ha dato l'ordine di servizio la Prefettura.
Attenzione dunque a questo tratto. 

TERAMO: MILLE MIGLIA AFFONDATA DALLE MULTE

"Il Comune di Teramo non solo non ha fornito il contributo ma mi ha dato tante fregatura lasciandomi da pagare  578  euro di multe prese dalla scorta tecnica e da coloro che hanno messe le balle di fieno  lungo il percorso della Mille Miglia, che ha dovuto pagare il comitato nonostante le promesse del Sindaco" denuncia Tarraschi uno degli organizzatori, continua  "Pensi che la Mercedes Italia, sponsor della manifestazione ha preso 18 multe arrivate fuori i 90 giorni previsti e non le ha pagate per questo, otto multe sono arrivate anche alla Cascioli e non le ha pagate per lo stesso motivo, fuori i 90 giorni. Il Sindaco si era impegnato a rimborsare le multe e dopo un anno e mezzo i soldi non si sono visti»".(Tratto dall'articolo di Elisabetta di Carlo pubblicato su Certa Stampa). Teramo raggiunge un altro primato tra quello dei Comuni capoluogo quello  delle multe "incomprensibili" ricordiamo quelle elevate qualche giorno fa ai terremotati per le roulotte. 



Foto Certa Stampa 

TERREMOTO: LA CORALE VERDI ED I MANCATI APPUNTAMENTI TELECOM


A causa della scossa del terremoto del 30 u.s. la benemerita associazione Corale Verdi è stata costretta a spostare la propria  sede da Piazza Verdi  presso la casa del  Mutilato (ex Chiesa della Misericordia) Piazza Dante e Vico del Nardo. Ai disagi evidenti con manifestazioni in corso, si è aggiunto quello della mancata attivazione della linea telefonica. Tale circostanza può causare la mancata realizzazione di un importante evento in programma.

Il presidente Dalmazio Di Dalmazio riferisce che sono ben cinque gli appuntamenti che la compagnia telefonica ha fissato, non sono stati rispettati, non solo aggiunge, ma  senza darne comunicazione e costringendo ad una perdita di diverse ore del tempo dei dirigenti della struttura.    

Il tutto era iniziato con i migliori auspici, l’operatore, saputo del provvedimento di sgombero ha comunicato che i tempi erano brevissimi al massimo dieci giorni.

L’associazione Robin Hood interessata ha avviato la procedura d’urgenza GU5 presso il Co.Re.Com. Abruzzo delegato dall’Ag. Com.

Al danno subito dal terremoto, la beffa della Telecom che non garantisce i suoi impegni e mette in serie difficoltà la struttura culturale Teramana.


martedì 29 novembre 2016

TERREMOTO ED UTENZE COSA FARE

Nel terremoto del 2009, la sospensione della fatturazione delle utenze provocò l’illusione dell’assenza dei costi, successivamente ,seppur rateizzati, questi furono recuperati. Corre l’obbligo dare una corretta informazione ai cittadini afferma Pasquale Di Ferdinando presidente della Robin Hood.

L’assenza dei consumi non blocca i costi fissi dalla tenuta del contatore e la fatturazione minima. Se si è in presenza di un danno grave, che prevede tempi lunghi per il ripristino della abitazione,  di conseguenza per l’uso delle utenze ad essa collegata consigliamo la cessazione o la sospensione (nel caso in cui sia possibile) delle forniture. Se queste riguardano linee telefoniche il rischio è quello della perdita del numero, se si vuole scongiurare è necessario ed opportuno cessare tutti i servizi ad esso collegato e rimanere con il contratto base che garantisce il numero ad un costo basso.

Per il settore energetico occhio ai contratti che prevedono costi fissi sulla base di consumi.

Tassazioni sulla casa e rifiuti, vanno segnalate al Comune, dovrebbe farlo d’ufficio, la circostanza di inagibilità.

In qualsiasi caso  assicuratevi che i rubinetti di arresto ed i contatori siano chiusi, questa operazione consente di evitare eventuali perdite o dispersioni che poi trovare in bolletta, consigliamo anche di fotografarli e se c’è la possibilità monitorarli nel tempo.


L’associazione è a disposizione per ogni ulteriore informazione al numero 0861213192 

lunedì 21 novembre 2016

AUTOSTRADA DEI PARCHI CHIUSO IL TRAFORO DEL GRAN SASSO NELLE NOTTI DEL 23 E 24 NOVEMBRE



La concessionaria Strada dei Parchi (A24 -A25) comunica che nel periodo compreso dal 23 al 24 novembre con possibile estensione alla notte del 25 dalle ore 22 alle ore 6 è prevista la chiusura del traforo del Gran Sasso per la direzione da Teramo verso L'Aquila Roma A25 . Traffico non consentito dunque tra i caselli di Colledara e Assergi. Per le informazioni in tempo reale sulle condizioni del traffico e della viabilità si raccomanda di consultare il Televideo Rai e Mediavideo, di ascoltare i notiziari CCISS e Isoradio, di visitare il sito www.stradadeiparchi.it o chiamare il numero telefonico 840.042121.

sabato 19 novembre 2016

GLI ITALIANI PAGANO 950 EURO DI TASSE IN PIU' DEI COLLEGHI EUROPEI

Cosa accadrebbe se l’Italia avesse la pressione fiscale allineata con il dato medio presente in Ue ? Ogni italiano pagherebbe 946 euro di tasse in meno all’anno. A segnalarlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha comparato la pressione fiscale registrata l’anno scorso nei principali paesi europei; dopodiché ha misurato il differenziale di tassazione esistente tra gli italiani e i contribuenti dei più importanti Paesi dell’Unione.
  
Dal confronto emerge che la pressione fiscale più elevata si registra in Francia. A Parigi, il peso complessivo di imposte, tasse, tributi e contributi previdenziali è pari al 48 per cento del Pil. Seguono il Belgio con il 46,8 per cento, l’Austria con il 44,3 per cento, la Svezia con il 44 per cento e, al quinto posto, l’Italia.
  
L’anno scorso la pressione fiscale nel nostro Paese si è attestata al 43,4 per cento del Pil. La media dei 28 Paesi che compongono l’Ue, invece, si è stabilizzata al 39,9 per cento; 3,5 punti in meno che da noi.

Nella comparazione, l’Ufficio studi della CGIA ha deciso di calcolare anche i maggiori o minori versamenti che ognuno di noi “sconta” rispetto a quanto succede altrove. Ebbene, se la tassazione nel nostro Paese fosse in linea con la media europea, nel 2015 ogni italiano avrebbe risparmiato 946 euro. Effettuando il confronto con la Germania, invece, si evince come i tedeschi paghino al fisco mediamente 973 euro all’anno meno di noi, gli olandesi - 1.513 euro, i portoghesi - 1.756 euro, gli spagnoli -2.296 euro, i britannici -2.350 euro e gli irlandesi – 5.133

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euro. Per contro, gli svedesi pagano al fisco 162 euro all’anno in più rispetto a noi italiani, gli austriaci + 243 euro, i belgi +919 euro e i francesi +1.243 euro (vedi Tab. 1).



“Sebbene la pressione fiscale sia leggermente in calo, per pagare meno tasse - dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA - è necessario che il Governo sia più incisivo sul versante della spending review. Solo con tagli agli sprechi e alle inefficienze della macchina pubblica si possono trovare le risorse per ridurre il carico fiscale generale. La razionalizzazione della spesa pubblica, inoltre, dovrà proseguire molto in fretta. Entro la fine dell’anno prossimo, infatti, per evitare che dal primo gennaio 2018 scatti la clausola di salvaguardia che comporterà un forte aumento dell’Iva e delle accise sui carburanti, il Governo dovrà reperire ben 19,5 miliardi di euro”.



Dalla CGIA ricordano che il dato della pressione fiscale italiana relativa al 2015 non tiene conto dell’effetto del cosiddetto “Bonus Renzi”. L’anno scorso, infatti, gli 80 euro “concessi” ai lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse sono costati alle casse dello Stato 9,6 miliardi di euro. Quest’ultimo importo è stato contabilizzato nel bilancio della nostra Amministrazione pubblica come spesa aggiuntiva. Pertanto, se si ricalcola la pressione fiscale considerando questi 9,6 miliardi di euro che praticamente sono un taglio delle tasse, anche se contabilmente vanno ad aumentare le uscite, la pressione fiscale scende al 42,8 per cento. In relazione a questa precisazione, la CGIA ha stilato anche una comparazione che tiene conto di questa specificità (vedi Tab. 2).



“Con troppe tasse e pochi servizi – segnala il segretario della CGIA Renato Mason – si deprimono i consumi e gli investimenti. Inoltre, diventa difficile fare impresa, creare lavoro e redistribuire ricchezza. Soprattutto per le piccole e piccolissime imprese che per loro natura non possono contare su strutture amministrative interne in grado di gestire le incombenze burocratiche, normative e fiscali che quotidianamente sono costrette a fronteggiare”.



In questa analisi non è mancata nemmeno una ricostruzione storica. Negli ultimi 15 anni, purtroppo, il risultato fiscale emerso dalla comparazione con la media

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europea è costantemente peggiorato. Se nel 2000 sui contribuenti italiani gravava una pressione fiscale pari a quella media presente in Ue, nel 2005 il carico fiscale per ciascun italiano era superiore del dato medio europeo di 127 euro. Il gap a nostro svantaggio è addirittura salito a 895 euro nel 2010 e ha raggiunto, come dicevamo più sopra, i 946 euro nel 2015 (vedi Tab. 3).


 Le cose, purtroppo, non vanno meglio nemmeno per le imprese. Il peso della tassazione sulle aziende italiane è massimo in Ue quando calcoliamo la percentuale delle tasse pagate dagli imprenditori sul gettito fiscale totale: l’Italia si piazza al primo posto (14 per cento), sul secondo gradino del podio si posiziona l’Olanda (13,1 per cento) e sul terzo il Belgio (12,2 per cento).

Tra i nostri principali competitor segnaliamo che la Germania registra l’11,8 per cento, la Spagna il 10,8 per cento, la Francia e il Regno Unito il 10,6 per cento. La media Ue, invece, è dell’11,4 per cento. Al netto dei contributi previdenziali, in termini assoluti le nostre imprese versano ben 98 miliardi di euro all’anno (ultimo dato riferito al 2014). Tra i principali paesi Ue, conclude l’Ufficio studi della CGIA, solo le aziende tedesche e quelle francesi versano in termini assoluti più delle nostre, rispettivamente 131 e 103,6 miliardi di euro (vedi Tab. 4). Tuttavia, va ricordato che la Germania conta una popolazione di 80 milioni di abitanti, la

Francia 66 e l’Italia “solo” 60.



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Tab. 1 – Pressione fiscale in Italia e nei principali Paesi Ue





2015













Maggiori (+) o






Minori (-)

Nazione

Pressione


versamenti




con la


fiscale






pressione



% del PIL







fiscale degli












altri Paesi






importi in €



Francia
48,0
+1.243
Belgio
46,8
+919
Austria
44,3
+243
Svezia
44,0
+162




Italia

43,4


+0
Germania
39,8
-973
Paesi Bassi
37,8
-1.513
Portogallo
36,9
-1.756
Spagna
34,9
-2.296
Regno Unito
34,7
-2.350
Irlanda
24,4
-5.133



Unione Europea
39,9
-946







Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat,
ISTAT e Ministero dell’Economia e delle Finanze



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Tab. 2 – Pressione fiscale in Italia (con
bonus Renzi) e nei principali Paesi Ue





2015



con Bonus Renzi

















Maggiori (+) o

Nazione



Minori (-)


Pressione

versamenti







con la



fiscale





pressione



% del PIL





fiscale degli










altri Paesi





importi in €



Francia
48,0
+1.405
Belgio
46,8
+1.081
Austria
44,3
+405
Svezia
44,0
+324




Italia

42,8

+0
Germania
39,8
-810
Paesi Bassi
37,8
-1.351
Portogallo
36,9
-1.594
Spagna
34,9
-2.134
Regno Unito
34,7
-2.188
Irlanda
24,4
-4.971



Unione Europea
39,9
-783






Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat,
ISTAT e Ministero dell’Economia e delle Finanze



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Tab. 3 - Pressione fiscale in Italia e nei principali Paesi Ue - serie storica -



2000

2005

2010

2015


























Maggiori



Maggiori




Maggiori










(+) o



(+) o




(+) o



Maggiori (+)






Minori (-)



Minori (-)




Minori (-)



o Minori (-)

Nazione

Pressione


versamenti

Pressione

versamenti

Pressione


versamenti

Pressione

versamenti




con la


con la



con la


con la



fiscale



fiscale


fiscale



fiscale






pressione


pressione



pressione


pressione



% del PIL



% del PIL


% del PIL



% del PIL






fiscale


fiscale



fiscale


fiscale degli






















degli altri



degli altri




degli altri



altri Paesi






Paesi



Paesi




Paesi



importi in €






importi in €



importi in €




importi in €



































Francia
44,8

+1.023
44,4
+1.351
44,2

+705
48,0
+1.243
Belgio
45,5

+1.176
45,0
+1.503
44,9

+895
46,8
+919
Austria
43,8

+806
42,2
+790
41,9

+81
44,3
+243
Svezia
49,6

+2.068
47,2
+2.064
44,0

+651
44,0
+162

Italia

40,1


+0

39,1

+0

41,6


+0

43,4

+0
Germania
41,3

+261
38,4
-178
38,1

-949
39,8
-973
Paesi Bassi
37,7

-522
35,8
-841
36,4

-1.410
37,8
-1.513
Portogallo
33,5

-1.437
34,1
-1.274
33,6

-2.169
36,9
-1.756
Spagna
34,5

-1.219
36,1
-764
32,7

-2.413
34,9
-2.296
Regno Unito
34,3

-1.263
34,3
-1.223
35,0

-1.789
34,7
-2.350
Irlanda
31,9

-1.785
31,2
-2.013
28,3

-3.605
24,4
-5.133
Unione Europea
40,1

+0
38,6
-127
38,3

-895
39,9
-946
Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat, ISTAT e Ministero dell’Economia e delle Finanze






Tab. 4 – Tasse sulle imprese nei principali paesi Ue (*)

Rank


Paesi


% sul totale del

milioni di euro






gettito fiscale
































1


Italia


14,0

98.199


2


Paesi Bassi
13,1
32.584


3


Belgio
12,2
22.202


4


Germania
11,8
131.065


5


Irlanda
11,8
6.632


6


Austria
11,3
15.966


7


Spagna
10,8
37.823


8


Francia
10,6
103.644


9


Regno Unito
10,6
78.197


10


Portogallo
10,3
6.122


11


Svezia
7,4
13.651





Unione Europea
11,4
615.899

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat
(*) i dati, ultimi disponibili, si riferiscono al 2014


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