domenica 11 gennaio 2015

GIUSTIZIA EUROPEA RISPARMI PER 48 MILIONI DI EURO

Grazie alle nuove norme che si applicheranno da domani, le imprese e i consumatori potranno risolvere più facilmente le controversie giudiziarie di natura transfrontaliera – con un risparmio annuo previsto per l’UE fino a 48 milioni di euro. Le nuove norme aboliscono il lungo e oneroso procedimento, attualmente applicato 10 000 volte all’anno, per vedere le decisioni in materia civile e commerciale riconosciute in altri paesi dell’UE.
Da domani, le decisioni aventi dimensione transfrontaliera saranno automaticamente esecutive in tutta l’Unione europea. I consumatori saranno inoltre più protetti quando effettuano acquisti da commercianti di paesi non appartenenti all’UE, e vi sarà maggiore certezza del diritto per le imprese operanti nell’Unione. I nuovi provvedimenti mantengono la promessa dell’UE di snellire gli adempimenti burocratici e di rafforzare il mercato unico europeo per dare slancio a una crescita economica sostenibile.
“È un’ottima notizia per i cittadini e le PMI d’Europa”, ha dichiarato Věra Jourová, il Commissario europeo per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere. “Queste nuove norme possono generare risparmi fra i 2 000 e i 12 000 euro per ogni singolo caso. È il riuscito mantenimento della promessa di ridurre gli adempimenti burocratici e di rafforzare il mercato unico europeo – dei provvedimenti che incideranno sensibilmente, soprattutto, sulla situazione delle piccole e medie imprese e che apriranno molte più opportunità per le attività commerciali in tutta Europa”.
I miglioramenti concreti, da domani, sono i seguenti:
  •     Una decisione in materia civile e commerciale esecutiva in uno Stato membro lo sarà automaticamente ovunque nell’UE. Queste norme aboliscono la complicata procedura intermedia dell’exequatur, che generalmente costa fra i 2 000 e i 3 000 euro a seconda dello Stato membro, ma che può arrivare fino ai 12 700 euro fra onorari degli avvocati, spese di traduzione e spese giudiziarie. In quasi il 95% dei casi, questa procedura era una pura formalità.
Dal momento in cui una decisione viene emessa in uno Stato membro, il creditore potrà farla eseguire in qualunque altro Stato membro – il che significa che le imprese e i cittadini potranno recuperare il proprio denaro più rapidamente e facilmente e senza costi. In circostanze eccezionali i giudici potranno sempre bloccare l’esecuzione di una decisione, ad esempio se il tribunale dell’altro Stato membro viola il diritto a un giusto processo.
  • I consumatori e i lavoratori dipendenti saranno maggiormente protetti nei casi di contenzioso implicanti paesi terzi. Finora, spesso, i consumatori non avevano la possibilità di esercitare i propri diritti quando acquistavano beni da un commerciante con sede in un paese terzo e operante in uno Stato membro dell’UE. Le nuove norme prevedono che, in tutta l’Unione europea, in questi tipi di controversie, il consumatore potrà rivolgersi ai giudici dello Stato in cui risiede, senza dover ricorrere ai tribunali del paese terzo. Ai sensi delle nuove disposizioni, inoltre, un dipendente che lavora nell’UE potrà intentare un’azione legale contro il suo datore di lavoro stabilito in un paese terzo rivolgendosi ai giudici dello Stato membro in cui lavora abitualmente.
  •     Maggiore certezza del diritto negli accordi relativi alla scelta del foro fra le imprese.In passato, gli accordi relativi alla scelta del foro potevano essere aggirati portando la controversia dinanzi ai giudici di un altro Stato membro dell’UE (e non dinanzi al foro prescelto) per ritardare la risoluzione della controversia. Le nuove norme applicabili da domani pongono fine a queste tattiche abusive garantendo che il foro prescelto abbia la priorità in caso di procedimenti paralleli.
Contesto
Le nuove norme fanno seguito a un’inchiesta svolta nel 2010, da cui è emerso che quasi il 40% delle imprese sarebbero più inclini a operare al di fuori del loro mercato nazionale se i procedimenti di composizione delle controversie all’estero fossero semplificati. L’eliminazione degli ostacoli burocratici che generano costi supplementari e pregiudicano la certezza del diritto per le imprese ha costituito un elemento fondamentale del processo promosso dalla Commissione per semplificare la vita delle imprese e dei cittadini (vedi IP/10/1390 e MEMO/10/525).
La Commissione europea ha proposto la riforma del regolamento “Bruxelles I” nel 2010 (IP/10/1705). Le norme, approvate dal Parlamento europeo (MEMO/12/875) e dagli Stati membri (IP/12/1321), si applicano da domani, 10 gennaio 2015, due anni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. La riforma è volta a rendere più efficiente la cooperazione giudiziaria in materia civile nell’Unione europea, in particolare facilitando il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni negli altri Stati membri.
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