L’Associazione
Robin Hood nasce quindici anni fa con lo scopo preciso di difendere i deboli
nei confronti dei poteri forti, da qui la scelta del nome. Nei confronti dei
gruppi economici siamo tutti uguali, la differenza è determinata dagli
strumenti in possesso per la difesa dei nostri diritti. L’obiettivo
dell’Associazione è proprio questo cercare di garantire giustizia a chi è
destinato sempre e comunque a subire.
L’Associazione
Robin Hood in questi anni non mai preso un centesimo di contributo pubblico, né
da sponsorizzazioni, non solo, ma ha garantito anche numerosa assistenza
gratuita, e nel mentre per l’emergenza neve sono sorte dal nulla associazioni prendendo
parte dei rimborsi, la scelta è stata quella solita gratuità, mentre delatori,
non disinteressati, hanno detto che occorreva pagare un costo di 50 euro.
Amarezza per questi episodi che vanno di là dell’interesse principe e pone
l’associazionismo di servizio in una sorta di mercato con relativa concorrenza
sleale.
L’associazione
ha per la prima volta della sua nascita registrato un calo delle iscrizioni ma
nel contempo ha quasi triplicato le azioni di tutela singole; un dato
apparentemente in contrasto, ma la dice lunga sul lavoro svolto. Dobbiamo delle
scuse ai tanti associati e non per ritardi e aperture non sempre costanti delle
sedi. Per questo motivo sarà convocato per il mese di gennaio il congresso
straordinario, per importanti modifiche statutari ( accesso al 5/1000 ad
esempi), e l’inserimento di nuove risorse umane. La unica modifica rilevante al
corpo sociale nel 2017 è relativa alla presenza di stranieri scesa al solo 1,2%
.
Nel
2017 con la gestione delle emergenze anche del 2016, il sistema ha mostrato
nella sua pienezza le problematicità interpretative di norme emergenziali in
progress, questo ha determinato il mancato accesso a benefici di legge alle
molte persone che ne avevano diritto. Basti pensare per il terremoto all’errore
interpretativo della Edison, motivo
questo per giustificare ad esempio i 70 concittadini teramani i quali
erroneamente ed involontariamente cambiato residenza da quella della casa
distrutta a quella dove MOMENTANEAMENTE, ovvero sino a quando la propria casa
sarà sistemata, sono andati a vivere, nel mentre lo stesso Comune di Teramo negava
a cittadini che avevano richiesto mesi prima il cambio di residenza, ed
abitando già la stessa, perché terremotata e dichiarata inagibile. Il 2017 ha
posto con forza ed evidenza la fragilità del nostro sistema di rete elettrica,
nonostante l’avvisaglia del 2015, non ci risultano effettuati successivamente
lavori importanti, nel mentre come tutti gli utenti del paese paghiamo una
parte della bolletta per mantenere in funzione il sistema. Noi riteniamo il
tema del pagamento legato ai servizi avuti un tema d’interesse. La stessa
criticità messa in risalto da un incidente precedente per l’acqua del Gran
Sasso, il vecchio adagio popolare “uomo avvisato mezzo salvato” non sembra
trovare ascolto.
Le
tematiche che hanno caratterizzato le attività dello scorso anno sono in gran
parte legate al tema degli indennizzi, anno che ha visto un incremento diffuso
e generalizzato dei costi a fronte di una sostanziale invariata capacità
reddituale per coloro che hanno mantenuto il posto di lavoro.
Nel
2018 oltre alla attività di sostegno e tutela, avvieremo due campagne tese da
un lato sensibilizzare le nuove generazioni al tema del consumo consapevole e
della cittadinanza attiva, dall’altro alla formazione di una coscienza di
autotutela da parte dei cittadini nei confronti sia del pubblico che del
privato.
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